C40: parola d'ordine re-inventare

Il significato etimologico di “inventare” è: “trovare qualcosa di nuovo”. Inventare è composto da in-venire; Milano è fuor di dubbio città del divenire, in divenire.

Milano è trasformazione, innovazione, è invenzione intesa come espressione di creatività, Milano è la scoperta di una possibilità.

C40 è la rete di sindaci impegnata a risolvere la crisi climatica, ne fanno parte i sindaci di oltre 100 città influenti a livello globale tra cui, appunto, Milano.

L’obiettivo di C40 è quello di promuovere un’azione, inclusiva ed equa, per la salute del Pianeta, ideando modelli futuribili di urbanistica a bassa emissione di carbonio.

Entro il 2030 tutta la rete di trasporti milanese sarà elettrica e nell’immediato alcune zone saranno messe in vendita (diritto di superficie per 90 anni) per essere re-inventate, attraverso Reinventing City, il bando promosso da C40, per la rigenerazione urbana.

In questa visione, con Reinventing City, il Comune di Milano metterà in vendita: Piazza Abbiategrasso, Piazzale Martesana, Via Bovisasca e Via Pitagora, per studiarne la rigenerazione.

Verranno realizzati servizi per studenti, campus universitari, istituti di ricerca, uffici direzionali e saranno riqualificati gli spazi pubblici, in una visione di futuro sostenibile.

Milano è in continuo movimento. Dopo gli stop provocati dalla pandemia la città si è scrollata di dosso quel senso di immobilità e Milano questo lo fa sempre rinnovandosi, guardando al futuro.


Nel team italiano di C40 tre donne italiane Caterina Sarfatti, Direttore del  programma Inclusive Climate Action di C40, (ICA) che affronta i legami tra crisi climatica e giustizia sociale, Luisa Miranda Morel Senior Manager del Forum ICA e Stefania Amato che supervisiona la Rete dei Sistemi Alimentari.

Milano è una città che accoglie velocemente i cambiamenti, sia strutturali sia sociali e talvolta le due variabili sono l’una la conseguenza dell’altra. Ne è un esempio la zona di Milano inclusa nel Municipio 1 (centro) che sfiora Corso Sempione e si estende fino al Municipio 8. È una zona che sta profondamente cambiando, in altro verso, indicando una svolta epocale. Stiamo parlando della zona pedonale (già ZTL) – e non – intorno a Via Paolo Sarpi: Canonica-Sarpi-Bramante, conosciuta come la China Town di Milano. Per decenni la zona è stata congestionata dal traffico del commercio dei grossisti cinesi, poi per una questione di spazi e di difficoltà nel carico e nello scarico, i cinesi hanno preferito spostare lo loro attività fuori Milano, dove ci sono spazi più ampi anche per la logistica, portandosi dietro l’indotto di traffico e di commercio. Molti cinesi hanno anche trasferito la residenza, la vita, fuori città.

Pertanto, anche i negozi al dettaglio stanno cambiando dall’abbigliamento cinese al food internazionale, non solo cinese, e molte saracinesche sono ancora abbassate. Resistono i negozi di riparazioni di vendita di strumenti digitali rigenerati.

È fuor di dubbio che alla riduzione del traffico corrisponda anche una riduzione dello smog e dell’inquinamento, è altrettanto fuor di dubbio però che il fiorire massiccio di nuove attività commerciali, locali, servizi, impatta sull’equilibrio sociale e porta sempre cambiamento. Solo nei prossimi mesi, anni, si potrà avere un quadro più chiaro del dopo-migrazione e delle attività che si saranno insidiate nei cortili dei vari palazzi dove prima si concentravano i laboratori di produzione cinese.

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